I NOSTRI AUTORI
Bruno Caruso è nato a Palermo nel 1927. Ha iniziato a disegnare da bambino sotto la guida del padre copiando i disegni degli antichi maestri, ed eseguendo soprattutto copie di disegni di Leonardo, di Pisanello e del Mantegna. Nell'immediato dopoguerra, ancora viva l'impressione delle devastazioni e dei disastri, tiene a Palermo la sua prima personale con una raccolta di disegni sulle periferie segnate dalla violenza della guerra, le case diroccate e i quartieri poveri della città. Nel 1946 soggiorna in varie città italiane fermandosi a Milano e nel 1947 a Praga a Monaco e a Vienna; a Praga esegue in quel periodo un ciclo di disegni sulla occupazione nazista che intitola, ispirandosi a George Grosz "Deutschland uber alles". A Vienna esegue numerosi studi sull'opera di Klimt e Schiele, e studia le opere della Secessione e dell'Espressionismo. Dipinge in quel periodo alcuni quadri sul cimitero ebraico di Praga e sulla vita notturna della città di Monaco. Conosce occasionalmente in quel periodo Thomas Mann che rivedrà con il passare degli anni numerose altre volte. Tra il 1949 e il '50 è a Parigi e a Londra. Rientrato in Italia si ferma per molti mesi a Milano dove conosce Vittorini e Quasimodo con i quali si lega di profonda amicizia. Disegna in quell'epoca la gente semplice della città, gli artigiani e i pescatori, le palme dei giardini pubblici, la flora tropicale dell'Orto Botanico di Palermo. Nel 1954 la Galleria dell'Obelisco di Roma gli dedica una mostra personale presentata da Libero de Libero; e in quell'occasione viene pubblicata la prima monografia sul suo lavoro con un testo di Leonardo Sinisgalli. In Sicilia disegna con fervore i contadini impegnati nella lotta per l'occupazione delle terre incolte e compie un ciclo di disegni sulla strage di Portella delle Ginestre ad opera del bandito Giuliano. Si lega di amicizia con Girolamo Li Causi, il grande dirigente delle lotte contadine. Partecipa attivamente alla lotta per l'emancipazione culturale della Sicilia, impegnadosi contro l'arretratezza del fenomeno mafioso e contro le malformazioni della politica. Promuove iniziative di grafica e di tipografia che troveranno grande eco nell'editoria siciliana. Negli anni cinquanta lavora per lunghi periodi al manicomio di Palermo e produce un gruppo di disegni che costituiscono un documento impressionante sulla condizione degli ospedali psichiatrici, un manifesto contro la discriminazione, e metaforicamente contro l'uso della camicia di forza e delle terapie di stampo medioevale; questo lavoro costituisce anche la premessa al nuovo discorso sulla riforma
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